I Gruppi di Difesa della Donna negli scioperi del 1944

I Gruppi di Difesa della Donna negli scioperi
del marzo 1944

Nel marzo del 1944 le donne parteciparono in massa ai grandi scioperi, molte erano organizzate dai Gruppi di difesa della Donna.
Il  gruppo della Borletti era uno dei più attivi e formato da una sessantina di donne tra cui Pierina Mora, Vittoria Caccianiga e Elvira Barili Stell.
Lo sciopero del marzo 1944 ebbe una buona riuscita, tuttavia parecchie operaie furono arrestate.  Un nuovo sciopero fu indetto per farle liberare. Solo la ventiquattrenne Carlotta Bassis deportata a Belsen, dove morì. Quest’anno le è stato intitolata una pietra d’Inciampo.
Elvira Barili Stell veniva da Parma e, secondo le compagne “parlava italiano”, toccava quasi sempre a lei tenere i comizi volanti alle mense ecc.  Elvira operava anche fuori dalla fabbrica. Per esempio andava con un compagno armato di un coltellino da calzolaio a tagliare i cinturoni dei soldati tedeschi sui tram per impadronirsi delle loro pistole; lei aveva una rivoltella nella borsetta, per ogni evenienza. Trasportava anche armi mettendole nelle scatole di latta della colazione degli operai  – le “schiscette”; ne caricava parecchie sulla bicicletta e fingeva di portar da mangiare.
Anche alla Feca Standard alcune donne dei Gdd furono arrestate  e tra queste Giulia Cortivo, detta Pina Venezia, che passò due mesi in carcere: aveva distribuito manifestini, aveva organizzato sabotaggi, inducendo le compagne a mettere sabbia negli ingranaggi delle macchine che facevano pezzi  per un nuovo tipo di cannone tedesco.
Alla Pirelli ben 380 operaie andavano e venivano dalla montagna per portare ai partigiani armi e denaro raccolto con le collette. Tra le operaie più attive vi era Piera Brambilla, “Anna”, socialista, la mascotte della fabbrica perché aveva solo 15 anni. Responsabile dei Gdd era la comunista Zanaboni e attorno a lei erano in tante: Wilma, Carla, Dina, Adalgisa, Rachele. Quest’ultima, sorpresa a fare del sabotaggio, fu deportata a Mauthausen da dove tornò gravemente malata. Le agitatrici, ricorda la Brambilla, erano una trentina, ma erano molto attive.

A Milano e a Sesto San Giovanni i GDD svolgono un’azione massiccia di sabotaggio della produzione bellica e i reparti femminili si distinguono per la loro abilità e per il coraggio. Ricordava Stella Vecchio che “se molte bombe, mitragliatrici, rivoltelle e carri armati camminarono poco, spararono male, o non arrivarono a destinazione, fu anche per opera delle donne”.

Altra attività fondamentale per la buona riuscita degli scioperi erano i comizi volanti che i gruppi organizzavano davanti alle fabbriche, nei rioni popolari, nei mercati rionali. Parlavano generalmente le giovani operaie e facevano il loro breve discorso ad una folla improvvisata e poi si ritiravano. La tattica era sempre quella della sorpresa del comizio e poi della veloce ritirata.

Inoltre organizzano il dissenso nei confronti dei repubblichini e dei nazisti con manifestazioni pubbliche e intervengono per fermare agli arresti, le fucilazioni, e le deportazioni.