Archivi CGIL

Archivio del Lavoro CGIL Milano

Via Breda, 56 – 20099 Sesto San Giovanni (Mi)
www.archiviolavoro.it – archivio@archiviolavoro.it

Documenti, libri, fotografie, manifesti, contratti di lavoro, riviste, giornali di fabbrica, medaglie, tessere, bandiere, interviste, filmati. Tutto questo è conservato dall’Archivio del Lavoro, la cassaforte storica della Cgil di Milano e della Lombardia.

L’ Archivio del Lavoro è un’associazione senza scopo di lucro, che collabora, come istituzione aperta e autonoma, con enti pubblici e privati, per costituire quel “fronte” di studi che ha come finalità l’indagine economica e storica del movimento dei lavoratori e dell’impresa.

Il nostro simbolo è stato disegnato da Luigi Veronesi (1908- 1998).

Il patrimonio che conserviamo si compone di trecento di metri lineari di documenti, fotografie, interviste, manifesti, e altro materiale sindacale, testimonianza dell’attività e della vitalità della Cgil milanese e lombarda e del suo profondo legame con il mondo della produzione, del lavoro e, in generale, col complesso della società locale dal secondo dopoguerra. La biblioteca specializzata sul lavoro consta oggi di circa 25.000 volumi.

La nostra attività comprende, ormai da più di quarant’anni:

  • Recupero, conservazione, riordino del materiale documentale prodotto dalla Cgil milanese e lombarda
  • Valorizzazione del patrimonio e della storia della Cgil attraverso iniziative culturali, didattica per le scuole e le università, attività legate alla “Public History”
  • Ricerca e pubblicazione di studi sulla storia sindacale

 

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Archivio storico CGIL Varese

Via Col di Lana 5, Varese
https://www.cgil.varese.it/  https://www.archiviodistatovarese.beniculturali.it/
Gian Marco Martignoni 335.7185269 – Claudio Critelli 345.5232175

L’Archivio Storico della Cgil di Varese è stato depositato presso l’Archivio di Stato nel 2015,  assieme alla cospicua bibliografia sulla storia delle nostre Federazioni di categoria e alle carte e ai documenti personali depositati nel tempo da alcuni compagni e compagne che hanno fatto la storia dell’organizzazione.

Complessivamente contiene 984 buste, pari a 126 metri  lineari. Sono molto ricche le sezioni Archivio storico dei manifesti e Archivio fotografico : divisi per argomenti, raccolgono migliaia di stampe e di documenti relativamente al  movimento operaio e sindacale, dal 1945 ad oggi, con una particolare attenzione al territorio varesino. Altresì sono presenti numerose registrazioni audiovisive, che meritano una meticolosa catalogazione ed una successiva digitalizzazione attraverso un progetto mirato.

E’ in allestimento una biblioteca specialistica sulle tematiche del lavoro e  del movimento operaio presso la Camera del lavoro di Tradate, che a breve sarà consultabile da parte del pubblico. e di quanti, studiosi o appassionati, volessero approfondire queste tematiche.

Camera del Lavoro "Pio Galli" Lecco

Via Besonda Inferiore 11 – 23900 Lecco
www.cgil.lecco.it – cdltlecco@cgil.lombardia.it

La Camera del Lavoro di Lecco nasce il 31 marzo 1901 al termine di un discorso Giuseppe Croce, operaio e presidente della Federazione delle Camere del Lavoro d’Italia. Le federazioni sindacali fondatrici sono sei: filatori di seta, falegnami, muratori, metallurgici, scalpellini e fonditori di metalli. Nei primi quindici anni del Novecento, attorno alla Camera del Lavoro ruotano non solo operai ma anche coloni e piccoli contadini affittuari, che vogliono un miglioramente del contratto agricolo. In questi anni la struttura sindacale promuove scioperi dei lavoratori delle trafilerie e delle filande per ottenere un aumento salariale e una diminuzione dell’orario di lavoro. Durante il fascismo le Camere del Lavoro vengono chiuse e l’attività sindacale si svolge in clandestinità. All’indomani della caduta di Mussolini, nelle fabbriche lecchesi si costituiscono le Commissioni Interne, che avranno un ruolo decisivo per l’organizzazione degli scioperi cittadini del 7 marzo 1944; proprio durante queste agitazioni, 26 tra lavoratrici e lavoratori lecchesi vengono arrestati e deportati nei campi di concentramento, dove molti perderanno la vita.

Nel Dopoguerra si riorganizzano quasi tutte le categorie sindacali e il 20 aprile 1947 si svolge il primo Congresso dell CGIL di Lecco, che oggi conta quasi 45mila iscritti.

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Biblioteca Di Vittorio CGIL Bergamo

Via Giuseppe Garibaldi 3, Bergamo
http://new.cgil.bergamo.it/biblioteca/

La Biblioteca “Di Vittorio” – Centro di documentazione sindacale della CGIL di Bergamo – è una struttura aperta a tutti che comprende la Biblioteca e l’archivio storico dell’organizzazione.
Nel 1903 da parte dei responsabili della Camera del lavoro si sente la necessità di disporre di maggiori strumenti conoscitivi e critici sulla realtà su cui si intende agire. Affiora dunque l’esigenza di compiere uno sforzo culturale all’interno dei propri quadri, che si affianchi all’azione di “eduzione” delle masse, tradizionalmente sostenuta dai socialisti.
In questo senso si muove anche l’istituzione di una Biblioteca circolante, di cui è nominato responsabile, nel gennaio 1903, Arturo Barcella. Il mese successivo la Sezione tipografi decide di versare la sua biblioteca alla Camera del lavoro, per sostenere questa iniziativa. (A. Bendotti, G. Bertacchi, Liberi e uguali).
L’obiettivo della biblioteca “Di Vittorio” è quello di essere non solo un deposito di memorie del passato ma uno strumento attivo, che agisce con tutto il sindacato e con le strutture che operano nel campo della cultura e della società, a disposizione di studenti, giovani, lavoratori, studiosi e pensionati. La Biblioteca “Di Vittorio” vuol essere un punto di riferimento per promuovere ricerche sulla storia del sindacato e dei lavoratori, e sul loro ruolo nell’evoluzione economica, sociale e culturale del territorio bergamasco; per diffondere i risultati di tali studi; per stabilire rapporti di collaborazione con altri centri di studio; per organizzare occasioni di discussione e dibattito. Presso la struttura della Biblioteca è possibile svolgere stage formativi universitari. Dal 1995 la Biblioteca fino al 2009 la Biblioteca è stata inserita nel Sistema del Comune di Bergamo. Dal 2010 è diventata una biblioteca autonoma del Polo Lombardo del Sistema bibliotecario nazionale, nel cui catalogo è possibile trovare tutti i volumi conservati dalla Biblioteca, in costante incremento. La Biblioteca ha in catalogo – tra gli altri – i volumi Futura (ex Ediesse), casa editrice della CGIL nazionale. La consultazione degli archivi e della biblioteca è gratuita.
A partire dal nucleo originario dei testi a disposizione dei corsisti delle 150 ore, la biblioteca è andata via via arricchendosi di acquisti e donazioni. Tra gli ultimi arrivi, segnaliamo il fondo Parolini, il fondo Meriggi, il fondo Monannin e il fondo Bertacchi. Essendo una biblioteca contemporanea, il materiale pregiato è costituito da alcuni fondi archivistici attinenti le vicende del movimento operaio bergamasco, dalle origini agli anni Settanta. Meritano una segnalazione a parte le Carte Franco Emondi, che ricostruiscono uno degli scioperi più significativi nella storia del lavoro italiano, quello di Ranica del 1909.

 

Archivio storico CGIL Pavia

Via Damiano Chiesa, 2 Pavia

L’Archivio storico della Camera del Lavoro di Pavia nasce nel 2024, anticipato nel marzo 2023 dall’Archivio della Memoria dello SPI CGIL di Pavia, che con esso si fonde.

L’Archivio Storico della CdLT di Pavia si trova a Pavia, in Via Damiano Chiesa, proprio di fronte alla sede centrale della CGIL pavese, all’interno di una storica officina meccanica riqualificata.

Al suo interno, oltre cento anni di scioperi, mobilitazioni, battaglie e rivendicazioni sindacali, in difesa dei diritti dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini, un patrimonio che merita di essere preservato e valorizzato, per scongiurare la perdita della storia e dell’impegno sindacale sul territorio, quindi della nostra identità.

Dalle lotte nelle campagne pavesi a quelle del movimento operaio, dai grandi scioperi alle trasformazioni che hanno visto il territorio cambiare radicalmente vocazione durante lo scorso secolo, fino al ricordo di grandi figure sindacali che non sono più tra noi.

Oggettistica storica, ma soprattutto materiale cartaceo e fotografico, che viene salvato anche in versione digitale e suddiviso in varie sezioni, che tengono conto, in primis, delle diverse categorie sindacali e poi in sottosezioni per voci (scioperi, vertenze, accordi, etc..).

La CGIL Pavese è fortemente convinta che l’Archivio Storico non debba però essere un luogo esclusivamente deputato a conservare, ma anche a tenere realmente viva la memoria e lo farà aprendosi agli studenti, alla cittadinanza curiosa, a tutti gli interessati e  facendosi soggetto organizzatore di mostre, presentazioni, dibattiti ed attività culturali che abbiano come obiettivo la divulgazione dell’attività del movimento sindacale sul territorio.

Archivio storico CGIL Como

Via Italia Libera 23, Como
luca.fonsdituri@cgil.como.it

Ha una consistenza totale di circa 3080 faldoni (standard dorso 12), pari a 385 metri lineari.

Allo stato attuale risultano essere stati archiviati nel periodo 1992/1995 circa 700 faldoni relativo all’attività della Camera del Lavoro, contenenti carte congressuali, documenti dei segretari generali, materiale organizzativo e documenti inerenti tutte le attività sindacali e sociali della struttura camerale e altre carte varie.

Il resto dell’archivio consiste nelle carte delle varie categorie (con sigle diverse, col tempo evolutesi e sommatesi in altre sigle di categoria) e in un ampio archivio di contratti nazionali (1945-oggi) e di opuscoli.

In attesa di un’ubicazione più adeguata e di un’archiviazione complessiva dell’archivio, lo stesso non può essere consultato.

Nel mese di marzo 2024 la Cgil ha presentato una richiesta di adesione ad un bando ministeriale per una prima archiviazione dell’archivio dei tessili (sindacato unitario FULTA + FILTEA), sperando che abbia un esito positivo.

Nei prossimi anni si procederà alla richiesta di finanziamenti ulteriori per completare l’archiviazione di tutto il materiale.

Oltre all’archivio cartaceo la Cgil di Como ha anche un archivio di foto (dalle manifestazioni degli anni ’60 in poi) e un archivio di video interviste, eseguite a vecchi operai e partigiani in occasione del 60° della Resistenza e della Liberazione (2005) e dei 100° della Cgil (2006).

Altri archivi

Archivi che hanno contribuito con la loro documentazione alla “mostra virtuale”

Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi  nazisti
https://deportati.it/

Documenti, cimeli, fotografie costituiscono un patrimonio di cui noi ci prendiamo cura affinché sia preservato e trasmesso alle prossime generazioni. L’associazione è impegnata in una campagna di recupero e di salvaguardia di documenti e oggetti legati all’esperienza della detenzione e della deportazione nei lager nazisti, per assicurarne la tutela anche per l’avvenire. A tanti decenni dalla liberazione è venuto il tempo per le famiglie delle donne e degli uomini che vissero l’esperienza dei campi di affidare i documenti originali ancora in loro possesso a chi ha la competenza e la professionalità per garantire la loro conservazione. L’ANED garantisce a proprie spese la realizzazione di copie a colori di alta qualità che potranno sempre essere conservate dalle famiglie. Importanti donazioni e depositi sono stati realizzati in questi anni a favore dell’ANED e della Fondazione Memoria della Deportazione: è il momento di andare avanti e di fare uscire dai cassetti privati carte, fotografie e cimeli che possono e devono al contrario essere messi a disposizione degli studiosi e dei ricercatori di oggi e di domani.

Fondazione Dalmine
https://fondazionedalmine.org/

Fondazione Dalmine ETS nasce per iniziativa di TenarisDalmine con l’obiettivo di promuovere la cultura industriale e valorizzare la storia di un’impresa siderurgica, oggi azienda globale, radicata nel proprio territorio, da oltre 100 anni.
A partire dalla conservazione e valorizzazione dell’archivio storico dell’impresa, Fondazione Dalmine ETS promuove studi e ricerche nei campi della storia d’impresa, economica e sociale, ne divulga i risultati attraverso mostre e eventi, organizza seminari e momenti formativi.
Fondazione Dalmine ETS condivide con Tenaris – in un’ottica che coniuga l’attenzione alla comunità territoriale con una visione globale – gli stessi valori di cultura industriale: innovazione, cultura, competenze del lavoro, salute, sicurezza, etica del business, trasparenza, ambiente, energia, economia circolare.
Queste le linee di un progetto culturale che guarda al futuro rivolgendosi a un pubblico di diverse età, sfondi culturali e interessi: famiglie, studenti e istituzioni educative, appassionati ed esperti.

Fondazione ISEC – Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
https://fondazioneisec.it/

Nata nel 1973 con lo scopo di raccogliere, conservare e valorizzare fonti e documenti sulla storia della Resistenza e del movimento operaio, Fondazione ISEC è diventata un punto di riferimento nazionale per chiunque sia interessato alle vicende della storia politica, economica e sociale dell’Italia contemporanea. All’originario nucleo documentario, nel tempo si sono aggiunti archivi di grandi imprese industriali, partiti ed esponenti politici, militanti e rappresentanti del mondo sindacale e associativo. ISEC oggi conserva un patrimonio archivistico e librario imponente: 5 km di patrimonio, oltre 400 fondi archivistici, 170.000 fotografie, 100.000 disegni tecnici, 1.500 manifesti politici, 800 ore di interviste, 100.000 volumi, 4.000 periodici, centinaia di cimeli di varia natura. Riconosciuto dal MIC come archivio di notevole interesse storico, ISEC fa parte dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri-Rete degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea. ISEC mette a disposizione della comunità scientifica, del mondo della scuola e della cittadinanza il proprio patrimonio archivistico, bibliografico, fotografico e audiovisivo attraverso una sala studio pubblica.
Inoltre la Fondazione è impegnata in una attività di promozione culturale a largo raggio:
*incoraggia ricerche in campo storico e la loro diffusione attraverso incontri, pubblicazioni, mostre, laboratori
*svolge attività di tutoraggio per ricercatori e studenti
*promuove progetti di cittadinanza attiva rivolti alla comunità locale e alla città metropolitana
*organizza corsi di formazione per insegnanti e laboratori per le scuole, con visite in archivio
*partecipa a progetti di alternanza scuola/lavoro
*svolge servizio di consulenza per la valorizzazione di archivi e biblioteche

ISREC – Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
https://www.isrecbg.it/web/

Sorto nel 1968 – con la denominazione di Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione poi mutata nel 1994 in Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Isrec Bg) – per  volontà di esponenti della Resistenza, appartenenti alla varie componenti dell’antifascismo, e di alcuni giovani interessati allo studio della lotta di liberazione e della storia contemporanea ed entrato subito a far parte della rete dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (riconosciuto con legge 16 gennaio 1967, n. 3), l’Istituto si è proposto come finalità prioritarie di raccogliere, conservare e valorizzare la documentazione sull’antifascismo e la Resistenza bergamasca nel più ampio quadro della storia contemporanea e di promuoverne la conoscenza attraverso iniziative di ricerca, pubblicazioni, interventi esterni di carattere didattico, formativo, divulgativo, attuati in svariate forme di comunicazione, dall’organizzazione di convegni e seminari di studio, alle pubblicazioni, alla realizzazione di mostre fotografiche e documentarie. Nel corso della sua storia l’Istituto, come è evidenziato anche dal cambiamento della denominazione sociale, ha allargato sempre più i settori di studio e di documentazione: accanto ad un nucleo “storico” che riguarda il periodo 1943-1945 e quindi la Resistenza bergamasca, si sono costituiti importanti fondi archivistici relativi alla storia del movimento operaio, all’emigrazione con una ricca presenza di diari, alla storia delle donne, ai movimenti studenteschi e politici della fine degli anni Sessanta e Settanta, al mondo cattolico. La ricca documentazione è stata oggetto, nel corso del tempo, di una vasta attività di ricerca svolta all’interno dell’Istituto o da studenti in tesi di laurea o da studiosi esterni i cui esiti sono stati spesso pubblicati o sulla rivista semestrale dell’Isrec “Studi e ricerche di storia contemporanea” o dalla casa editrice “Il filo di Arianna” collegata all’Istituto. Inoltre l’attività di ricerca, svolta sul piano locale, ha sempre teso da un lato ad emancipare la storia locale dal suo statuto di minorità rispetto alla storia nazionale, mostrando quanto un rigoroso lavoro scientifico di ricostruzione storica del quadro locale possa contribuire a fornire originali elementi di riflessione e interpretazione alla storia nazionale, dall’altro a combattere ogni compiacimento localistico e campanilistico che poco ha a che vedere con la ricerca scientifica. In sintesi le linee entro cui si sono declinate nel corso della sua storia e si declinano ancora oggi le finalità dell’Istituto sul territorio sono: la ricerca, la divulgazione, la formazione e i servizi documentari il cui accesso è garantito a tutti.